di Betta Andrioli
Continua la nostra sperimentazione del progetto MAIC sugli insetti edibili e rimane alta l’attenzione degli scienziati che stanno collaborando con noi per individuare i pericoli possibili legati a questo tipo di alimentazione innovativa: la ricerca internazionale è infatti impegnata nella loro individuazione e nel trovare le soluzioni migliori, quelle che consentano quindi di portare avanti il processo ed arrivare ad un prodotto finale sicuro da mettere sul mercato.
Il valore di innovazione del progetto MAIC sta proprio dalla ricerca di nuove fonti proteiche ma nella mediazione con la necessità di allevamenti sostenibili da tanti punti di vista: ambientale, economico e di sicurezza alimentare, un aspetto che deve essere tenuto in massima considerazione in questo percorso di ricerca. Un’altra peculiarità del nostro progetto è l’attenzione posta alla gestione degli scarti di produzione per ridurli il più possibile e ottimizzarne la produzione, in un’ottica quindi di massima sostenibilità come l’agenda europea ci chiede ormai in tutti gli ambiti della vita: dall’energia al modo di costruire abitazioni, da come muoversi e vivere il tempo libero fino alla modalità, fondamentale per l’ambiente e la salute delle persone, attraverso cui alimentarsi.
Fondamentale in quest’ottica è stato avviare una accurata selezione in ogni fase per evitare pericoli microbiologici e per la salute dell’uomo nel consumo di insetti, per individuare buone pratiche e modelli di allevamento sicuri.
Ma facciamo il punto per capire oggi a che punto siamo in questo delicato e fondamentale lavoro: alla luce delle sperimentazioni degli ultimi due anni, quali sono i maggiori pericoli chimici individuati?
“Le analisi effettuate nel corso del progetto erano principalmente indirizzate all’identificazione di pericoli microbiologici. Dal punto di vista chimico non sono emersi rischi rilevanti a seguito delle analisi effettuate” assicura Simone Belluco, Dirigente Veterinario Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che continua a spiegare come “tuttavia i dati ad oggi disponibili nella letteratura scientifica suggeriscono che i rischi chimici possano essere conseguenti ad accumulo di sostanze presenti nella dieta, per esempio i metalli pesanti, e allo sviluppo di contaminanti di processo durante i trattamenti termici come ad esempio gli Idrocarburi Policiclici Aromatici”.
Come possiamo quindi pensare di procedere al meglio? Quali sono le modalità per raggiungere il risultato ottimale?
Belluco indica come soluzione una gestione di questi rischi che deve avvenire attraverso una selezione dei substrati usati per alimentare gli insetti e dallo studio di appropriate metodiche di lavorazione. Una strada quindi sicura e già avviata, che, ne siamo certi, ci porterà lontani.