INSETTI COMMESTIBILI: PROTEINE NOBILI PER IL FUTURO SOSTENIBILE DELL’ALIMENTAZIONE
Prof.ssa Laura Gasco
Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA)
Il progetto MAIC relativo all’allevamento di grilli mi vede impegnata in prima linea per la mia area di competenza,ovvero l’analisi dei mangimi per gli insetti derivati da scarti dell’industria alimentare.
Sono tanti i fattori che hanno spinto la scienza negli ultimi decenni a cercare delle risposte più sostenibili ai substrati alimentari per l’allevamento ed è proprio in questo anello della complicata catena che porta i cibi sulle nostre tavole che stiamo lavorando per trovare delle diete, in questo caso per i grilli, che siano allo stesso tempo sicure, valide per garantire il loro sviluppo e quindi utili per ottenere dei prodotti validi per l’industria alimentare. Mi occupo infatti anche della valutazione del valore nutrizionale delle farine derivate dall’allevamento di insetti, per trovare il giusto equilibrio tra apporto energetico, qualità e sostenibilità, in termini sia di impatto dell’ambiente sia dal punto di vista economico per un’attività che intende intraprendere questo business.
La leva scientifica del progetto MAIC è il suo punto di vista assolutamente scientifico e super partes e la sua valenza di sostenibilità a 360 gradi, un impegno che accompagna tutte le fasi del progetto.
Un anno è certamente poco per qualsiasi studio di tipo scientifico, ma il punto importante è l’aver aperto spiragli e orientamenti di ricerca interessanti.
La vera innovazione è nello sfruttamento di scarti dell’industria alimentare. Abbiamo cercato di studiare delle diete – al momento ne abbiamo già vagliate quattro – che partano proprio da questa origine proprio per avere dei mangimi a basso impatto sull’ambiente. Non ci può essere vera sostenibilità e circolarità a prescindere da questo aspetto.
La nostra priorità non è la competitività e la redditività nell’immediato, ma trovare un modello replicabile che possa poi diventare benchmark per i tanti privati che si stanno interessando o hanno già attivato allevamenti di questo tipo.
Come dicevo prima ci occorre ancora tempo. Ad esempio, bisogna tener presente che il ciclo di vita dei grilli è di due anni e già questa tempistica vincola ad un periodo di osservazione adeguato per poter monitorare tutta la loro crescita.
Il tempo non gioca però a sfavore dello sviluppo dell’allevamento di insetti. È come se stessimo crescendo insieme ad una generazione di millennials che ha già conosciuto molti cambiamenti ed è scevra da tanti pregiudizi del passato. Anche le abitudini alimentari in sé stesse stanno cambiando; ad esempio, le barrette proteiche si stanno affermando soprattutto tra gli sportivi e, in quel formato, l’utilizzo di farine derivate dall’allevamento di insetti potrebbe rappresentare un risvolto interessante per offrire un prodotto a basso contenuto calorico ma dall’alto valore proteico. In questo senso i prossimi anni, forse decenni, riserveranno certamente degli sviluppi molto interessanti.