di Betta Andrioli
La storia è lunga, anzi antica: l’interesse per gli insetti quale sostanza proteica destinata al consumo alimentare da parte dell’uomo ha radici molto lontane. Gli insetti infatti sono consumati abitualmente, da sempre, già in numerosi Paesi del mondo, ma il loro consumo fa parte di una alimentazione tradizionale, legata non solo alle usanze tipiche di ogni Paese, spesso religiose, ma anche alle specie entomologiche autoctone che si possono raccogliere, spesso direttamente in natura.
Non è certo una novità, ma è solo a partire dagli ultimi dieci anni che la ricerca si è focalizzata su questo tema specifico, soprattutto in Europa. Da quando concretamente questa materia sta interessando la nostra area geografica? Ce lo spiega la professoressa Costanza Jucker, del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente presso l’Università degli Studi di Milano: “Il grande interesse da parte dell’Europa per gli insetti edibili ha avuto una grande spinta a partire dal 2013, quando la FAO ha pubblicato il Report “Edible insects: future prospects for food and feed security” dove ha individuato gli insetti come importante risorsa per la futura sicurezza alimentare a livello mondiale”. Un argomento “nuovo” quindi in ambito scientifico, ma che si sta rivelando di interesse sempre maggiore, interesse che ha portato ad un incremento della ricerca e della sperimentazione in un ambito dove fino a pochi anni fa mancavano dati scientifici, che vanno dalla produzione massale degli insetti in ambiente controllato alla loro trasformazione in alimento. “Oggi la ricerca – continua Jucker – focalizzata complessivamente su poche specie destinate al consumo umano, riguarda anche gli aspetti igienico-sanitari, nonché nutrizionali e di salubrità del prodotto finito destinato alla commercializzazione anche in Europa secondo le normative vigenti”.
Le normative sono recentemente state riviste proprio alla luce del grande interesse a livello europeo verso l’inclusione degli insetti in ambito food e feed, e sono stati inseriti nella categoria degli alimenti denominati “novel food”.
“Altri aspetti che vengono considerati sono la possibilità di insorgenza di reazioni allergiche a seguito del consumo frequente o la contaminazione chimica – conclude Jucker – come per esempio la presenza di metalli pesanti, e microbiologica del prodotto destinato al consumo umano. È infatti necessario conoscere tutti questi aspetti prima di immettere gli insetti sul mercato e garantire al consumatore un prodotto salubre e sicuro”. come dire: la strada è ancora lunga ma le prospettive sono sempre più interessanti sotto i vari punti di vista: sostenibile, economia e salute.