di Betta Andrioli
Man mano che la ricerca scientifica procede nell’ambito degli insetti utilizzati come fonte di materie prime alimentari, le ipotesi di utilizzo si allargano sempre di più. Tra queste c’è anche quella che coinvolge il mondo della veterinaria: è ipotizzabile infatti una dieta di questo tipo, a base di insetti edibili, anche per gli animali?
In prima istanza si deve distinguere l’alimentazione di animali da reddito da quella di animali da compagnia.
Per quest’ultimi, gli insetti sono autorizzati e sono già presenti in alcuni prodotti in vendita diffusa, per i primi invece dipende dai diversi allevamenti.
Per gli allevamenti ittici l’alimentazione di insetti è autorizzata, a differenza degli allevamenti avicoli ove non vi è ancora un’autorizzazione; per gli allevamenti suini invece non ci sono ancora precise indicazioni. Per le specie ittiche allevate, l’alimentazione a base di insetti si presenta come una grande alternativa alla farina di pesce, costosa e molto criticata dato che si stanno usando grandi quantità di pesce selvatico per produrla e molti ambientalisti avvertono che le popolazioni di pesci selvatici sono, di conseguenza, in grave pericolo.
Grande e crescente attenzione è rivolta alla ricerca di nuove fonti alimentari proteiche sostenibili per l’alimentazione dei suini, soprattutto a causa del forte impatto sull’ambiente della coltura della soia e dell’impiego delle farine di pesce.
La farina di soia, la principale fonte di proteine vegetali per mangimi destinati agli animali di interesse zootecnico, ha un grande impatto ambientale dovuto all’uso di terra e acqua per la sua coltivazione e al suo trasporto su larga scala. In Europa, e non solo: la maggior parte della farina di soia viene importata dagli Stati Uniti e dal Sud America. La sostituzione della farina di soia con fonti proteiche alternative, meglio se di derivazione locale, potrebbe portare a una riduzione dell’uso del suolo, dell’energia e delle emissioni associate.
La letteratura scientifica riporta numerosi studi sull’utilizzo di farine a base di insetti nell’alimentazione animale, anche se tale pratica rimane ad oggi applicata soprattutto a livello sperimentale. Una strada ancora in salita quindi, da percorrere tenendo ben presente che il principale vantaggio risiederebbe nel fatto di poter fornire agli animali allevati proteine a basso costo e con un ridotto impatto ambientale. Economia e sostenibilità troverebbero in questa ipotesi un connubio perfetto quindi.
“Occorre però considerare che, perché questi vantaggi siano evidenziabili anche nell’applicazione su vasta scala alle nostre latitudini, è necessario ottimizzare tutto il processo di allevamento degli insetti, al fine soprattutto di ridurre l’utilizzo di energia per il riscaldamento, in modo da ridurre i costi e l’impatto ambientale” ci spiega Antonia Ricci, Direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Un paragone azzardato ma intuibile per tutti potrebbe essere quello con le energie rinnovabili: la decarbonizzazione è un processo fondamentale che ci chiede l’Europa e che porterà ad una elettrificazione sempre più massiccia, ma che senso avrebbe una elettrificazione non sostenuta da procedimenti energetici rinnovabili?